Romeo distante da Verona 2018-07-18T11:56:46+00:00

Romeo Distante da Verona

Galleria Spettacolo

Regia Umberto Mauro Salvatore Caraccia
Drammaturgia Federica Scappa

Trama

Romeo distante da Verona è un viaggio. Quello che divide casa da Hansel e Gretel. Quello che allontana Romeo da Verona. Quello che affronta un ragazzo dell’Afganistan, un uomo dal Mali, una donna dalla Costa d’Avorio, una ragazza dalla Guinea, o dalla Somalia… Solitariamente in compagnia. La guerra-l’odio, la
violenza- decide come distribuirli sul pianeta. Chi si sposta portando con sé quasi il nulla se non assenze che lacerano l’anima.
Chi non si sposterà più. Bambini, unico respiro. Sospiro.
Questa la sintesi della performance di Teatro Alchemico realizzata per la prima volta il 29 giugno a Rieti sotto il porticato del Palazzo Comunale di piazza
V. Emanuele II, in collaborazione con il Servizio Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati della Caritas di Rieti, con i piccoli attori del laboratorio della Scuola Puerile di Teatro e con il patrocinio del Comune di Rieti. Teatri fuori dal Teatro. Storie fuori dalla Storia.

– Veux-tu donc partir ? le jour n’est pas proche encore : c’était le rossignol et non l’alouette dont la voix perçait ton oreille craintive. Toutes les nuits il chante sur le grenadier là-bas. Crois-moi, amour c’était le rossignol.

– No, era l’allodola, foriera del giorno, non era l’usignolo. Guarda, amore, come quelle strisce laggiù a oriente tagliano invidiose le nuvole. Le faci della notte si sono oramai consumate e in punta di piedi il giocondo mattino s’e’ levato sulle cime nebbiose delle montagne. Devo andarmene e vivere, o rimanere e morire.

– Cette clarté là-bas n’est pas la clarté du jour je le sais bien, moi ; c’est quelque météore que le soleil exhale pour te servir de torche cette nuit et éclairer ta marche vers Mantoue. Reste donc, tu n’as pas besoin de partir encore.

– Lascia che mi prendano, lascia che mi uccidano… se tu vuoi così, io ne sono contento. E dico anch’io che quel lucore laggiù non è l’occhio del mattino ma un pallido riflesso del volto di Diana, che quelle note che risuonano tanto alte, sopra noi, nel firmamento, non sono dell’allodola. Vieni morte, e sii la benvenuta!
Giulietta stessa vuole così. Va bene, anima mia? Discorriamo, non è ancora giorno.

– C’est le jour c’est le jour ! Fuis vite, va-t’en, pars : c’est l’alouette qui détonne ainsi, et qui lance ces notes rauques, ces strettes déplaisantes. On dit que l’alouette prolonge si doucement les accords ; cela n’est pas, puisque cette voix nous arrache effarés l’un à l’autre et te chasse d’ici! Oh ! maintenant pars. Le jour est de
plus en plus clair.

– Più e più luce è nel cielo, più e più buio è dentro noi.

W. Shakespeare

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